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Valchiria, voto:110 e lode


Valchiria è una tesi di laurea da 110 e lode e con un nome che rimanda alla mitologia germanica, alla divinità femminili guerriere al servizio del dio Odino si pensa che arrivi dal nord e invece proviene dal profondo sud dell'Europa, precisamente da Lipari.



Si è sempre pensato che è importate in luogo dove vivi per far nascere delle particolari passioni, perchè il territorio è fonte di ispirazione, ma se vivi su una piccola isola, Lipari, appartenente all'arcipelago delle isole Eolie, in Sicilia ( Italia ) è molto improbabile che tu diventi un appassionato di motori e visto che è siciliano come me ne ho ancora più piacere.

E invece Walter Castrogiovanni smentisce questo concetto con il suo progetto di laurea.
Si da bambino a mostrato un particolare interesse nel cercare di capire il funzionamento degli oggetti che lo circondavano, che dissassemblava e riassemblava. Nacque l'amore per i veicoli, auto e moto dalle quali era affascinato e cercava di scoprirne i celati segreti che nascondevano.
Scarabocchiare le auto e le moto che vedeva per strada o semplicemente sognava. Hot Rod, custom, moto e auto sportive. Decisivo fu l'incontro con i PC, che lo stimolarono da subito e da li a qualche anno sarebbero diventati uno strumento fondamentale dove con software CAD, i suoi schizzi e disegni iniziarono a prendere forma sotto forma di modelli 3D.
Concluso il Liceo si trovò a dover scegliere riguardo al suo futuro, in particolare riguardo cosa studiare e se studiare. Per passione di vecchia data, scelse disegno industriale, a Palermo, dove ottenne buoni risultati, laureandosi con la Valchiria.


La moto ha un telaio privo di cannotto di sterzo, e una sospensione anteriore a quadrilatero che consente di utilizzare una forcella "rigida" e una sospensione indipendente posta tra i collettori di
aspirazione. Tale sistema è stato più volte utilizzato negli anni, ma mai con lo scopo di sfruttare la modularità della stessa al fine di rendere il veicolo pluriconfigurabile. Infatti agendo sulla stessa
sospensione è possibile modificare le geometrie cardine del mezzo, quali inclinazione forcella, avancorsa e interasse.  La sospensione anteriore a
quadrilatero consente di annullare l'effetto dell'avancorsa variabile, dato dalla continua compressione ed estensione delle forcelle telescopiche tradizionali. Tale sistema ha il pregio di mantenere l'avancorsa costante anche in fase di staccata, evitando la diminuzione di stabilità data da un valore di avancorsa che diminuisce durante la compressione della forcella. Garantendo grande stabilità e una sensazione di guida decisamente strana, ma con la quale è facile entrare in sintonia. Sistemi simili furono impiegati dai progettisti Claude Fior e John Britten. La forcella "rigida" consente anche di aumentare esponenzialmente la rigidità della stessa, migliorandone le performance. Importante è anche la diminuzione di peso della stessa.



Ma cerchiamo di conoscere meglio questo ragazzo e i motivi che lo hanno portato a sviluppare un progetto del genere. 

"I motivi che mi spinsero a intraprendere sono vari. Parto dal presupposto che non ho mai avuto nulla da dimostrare a nessuno.
Innanzitutto ho sempre avuto il grandissimo desiderio di costruire una moto, sogno che già si manifestò al Liceo, ma per motivi economici e di conoscenze non ho potuto realizzare. All'università studiando design pensai di cogliere la palla al balzo per dare un segnale forte da un sud debole e da una università poco incline alle innovazioni."


"Mi presentai dal mio professore di disegno con un abbozzo di modello 3D, ancora poco rifinito ma con una idea di base. Il professore era Fabrizio Avella, architetto. Accettò la sfida, ero alla fine del primo anno di università. Da li iniziai nel tempo libero a raffinare l'idea, ebbe varie soluzioni estetiche e modifiche di impostazione dei leveraggi della sospensione. Definito il progetto nelle meccaniche iniziò la costruzione. Iniziai dal telaio, tubolare in acciaio al carbonio. Prima mi costruii una dima poi una volta tagliate le varie sezioni le inserii nella dima e iniziai a saldare il tutto. Era il mio primo telaio, fu complesso, credevo di non farcela.
Originariamente doveva alloggiare un "supermono" poi scelsi un bicilindrico Ducati proveniente da un Monster 600.
Nella moto ho costruito tutto da solo, tranne qualche boccola in alluminio o acciaio realizzata al tornio e qualche saldature dove mi sono fatto aiutare. Poi tutto da solo, supportato di tanto in tanto da qualche amico.
L'idea mi venne dalla sospensione. Avevo già usato tale soluzione per altri progetti meno seri, progetti liceali. Notai le varie caratteristiche e possibilità che sa sospensione dava, che unite a piccole modifiche all'impostazione della sospensione posteriore, alla posizione del motore e dei comandi potevano darmi la possibilità di avere "più moto". C'è da aggiungere che cercare di trovare nuovi modi di produrre per risparmiare è una deformazione professionale, propria dei designer, che "piegano la tecnica".


Una casa produttrice con tale sistema avrebbe la possibilità di partire da un
unico telaio con una forcella e variare la lunghezza dei bracci oscillanti della sospensione per modificarne l'assetto, in modo da ottenere più moto da un unico telaio.

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